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  • Cannabis terapeutica in MTC: agopuntura e sistema endocannabinoide

    La Canapa: pianta millenaria storia e utilizzi L’ utilizzo della cannabis come pianta medicinale e non solo, è una pratica molto antica. La migrazione dei popoli dopo l’ultima era glaciale, ha favorito la diffusione dei suoi semi e la sua coltivazione. E’ interessante notare come nei diversi idiomi europei e asiatici, le parole che descrivono la pianta o parti di essa, sono tutte etimologicamente correlate. Ad esempio la parola canapa in inglese “hamp”  e  in tedesco “hanf”  sono etimologicamente affini alla parola greca “κάνναβις”,  al latino “cannabis”,  all’italiano “canpa”,  al russo  “konoplja”. Anche lingue non indoeuropee hanno parole simili come “qunnab” in arabo, “kendir”  in turco e “kanap'is ”  in georgiano, una lingua caucasica. La canapa fu ampiamente utilizzata per la sua fibra resistente, per produrre carta, tessuti, cibo per animali. In tutta Europa durante le Repubbliche Marinare, erano ricercate le vele e le corde per navi fabbricate in Italia, dove si coltivava la canapa migliore grazie al clima mediterraneo. Era altresì utilizzata come alimento e dalla spremitura dei semi si otteneva un olio per svariati utilizzi. Nonostante questa pianta fosse una materia prima così importante, la colonizzazione dell’India favorì l’introduzione del cotone e della juta come fibre che presto la sostituirono.  Ma è soprattutto dopo la Prima Guerra Mondiale con il progredire dell’industria di sostanze sintetiche che la canapa è andata in contro al suo declino. Nonostante ciò, rimase un prodotto versatile e interessante. Il padre dell’industria automobilistica Henry Ford, costruì un prototipo di auto costruito con fibra di canapa il cui motore era in grado di funzionare con  l’olio estratto dai semi di questa pianta. Non si fermò del tutto nemmeno lo studio e il suo utilizzo come medicinale. Negli anni Trenta il medico irlandese di nome William Brooke O’Shaughnessy , si ritrovò in India a studiare gli utilizzi terapeutici di questa pianta e ne rimase così affascinato da redigere il primo manuale medico europeo dedicato ai cannabinoidi.  Nello stesso periodo lo psichiatra Jacques Moreau trovò così incoraggianti i risultati ottenuti dall’utilizzo della cannabis per alcuni suoi pazienti, da sentire la necessità di portare un saggio alla comunità scientifica europea di allora. Nell’ Enciclopedia analitica di medicina pratica del 1924, vi è riportata una sezione che descrive l’utilizzo  dei cannabinoidi per trattare diverse patologie quali: i nsonnia, melanconia, delirium tremens, tubercolosi polmonare, morbo di Parkinson, ulcera gastrica, neuropatie, infiammazione cronica. Il vero e proprio declino dell’uso della cannabis avviene verso la fine degli anni Trenta soprattutto con l’avanzare del proibizionismo  per mano di William Randolph Hearst magnate dell’editoria con importanti interessi a favorire l’uso della cellulosa a discapito della canapa per produrre carta; anche Lammont Du Pont dell’ industria chimica ebbe forti interessi a proibire questa pianta per favorire i derivati del petrolio (Nylon, Licra, Naflon) che divennero i principali ingredienti per la produzione di oggetti di uso comune come calze, imballaggi, cordame etc. Volantino propaganda proibizionista. La Canapa e l’antica Cina la Cina è considerata uno degli epicentri più antichi del mondo della coltivazione della canapa. La cannabis sativa è stata coltivata in Cina per millenni per essere utilizzata come fibra, cibo e medicina. Nella letteratura cinese classica, comprese molte famose opere di filosofia, poesia, agricoltura e medicina sono descritti i biotipi di cannabis ricchi di fibre che erano ampiamente utilizzati per l'abbigliamento e la produzione di carta, corde e reti da pesca. Cesto (sinistra) e scodella di legno (centro) contenenti resti di canapa (destra) in una tomba di Yanghai, Cina, 2500 a.C. Il più antico testo di medicina del mondo , il Pen-ts’ao Ching, conserva la prima testimonianza dell’uso terapeutico della cannabis. Molto diffuso in Cina durante la tarda dinastia Han, nel II secolo d.C., questo antico libro descrive l’utilizzo della canapa per oltre 100 disturbi, studiati dall’ imperatore Shen-Nung , il padre della medicina cinese che visse  intorno al 2000 a.C. In questo libro è descritta la preparazione di un decotto con i fiori per i dolori reumatici, costipazione, disturbi ginecologici, vomito, diarrea ; una preparazione oleosa invece era ritenuta curativa per patologie della pelle, ulcere, ferite .  Le infiorescenze erano utilizzate anche per la preparazione di anestetici tant’è che ancora oggi, in cinese la parola anestesia   (麻 醉) è composta dal simbolo “cannabis” (麻) e “intossicazione” (醉). A partire dal I e II secolo d.C, in diversi testi tra cui il Shen Nong Ben Cao Jing,  note di medici famosi (Ming Yi, Bie Lu) descrivono così la cannabis: Sapore acre ed equilibrato. Avvantaggia i cinque visceri e discende il sangue e il freddo Qi (interpretata dall'autore Yang Huating   come vivifica il sangue). Il consumo eccessivo fa vedere 15 fantasmi e correre freneticamente. Il consumo prolungato libera lo spirito leggero e alleggerisce il corpo. E’ in grado di rompere gli accumuli, alleviare l'impedimento e  disperdere il pus. Nella Great Encyclopedia of Chinese Medicinals si afferma che il mafen (nome antico del fiore di cannabis) ha le seguenti capacità curative: Dissipa il vento. Allevia il dolore e calma la tetania. Tratta la gotta. Tratta l’insonnia e la tosse. Nell’ Illustrated Classic of Materia Medica ( Tu Jing Ben Cao ) del 1070 d.C è descritta una preparazione di cannabis per il trattamento del “vento tossico che invade il midollo” , un forte dolore che inibisce il movimento.  Cannabis: fitocannabinoidi e sistema endocannabinoide  La canapa è una pianta a ciclo annuale con un’altezza variabile tra 1,5 e i 5 metri. La pianta femminile è quella prediletta per la sua capacità di produrre un alto contenuto di cannabinoidi. Infatti, completato il processo di maturazione, il fiore si ricopre di tricomi ghiandolari dove si concentrano cannabinoidi e terpeni. Con il termine cannabinoidi si fa riferimento ad un gruppo di composti terpenofenolici contenuti nella Cannabis sativa. Essi sono idrocarburi aromatici con natura lipofila. Le diverse varietà genetiche di cannabis possono contenere percentuali molto diverse di cannabinoidi, in particolare THC e CBD (da < 0,5 % a >20%). Tra i costituenti non cannabinoidi vi sono i terpeni , idrocarburi aromatici responsabili del profumo, del colore  e del sapore caratteristico di ogni pianta. Se ne contano più di centoquaranta e hanno una vasta gamma di attività biologiche tra le quali la funzione di modulazione (potenziamento o mitigazione) degli effetti dei fitocannabinoidi. Negli ultimi anni sono state loro riconosciute proprietà antimicrobica, antifungina, antivirale, antiparassitaria, analgesica, antinfiammatoria, antitumorale. Nei mammiferi, uccelli, anfibi, pesci, nei ricci di mare, nei molluschi e nelle sanguisughe è stato identificato un sistema deputato al mantenimento dell’omeostasi dell’organismo definito Sistema Endocannabinoide. Un sistema vecchio di milioni di anni dato dall’insieme dei recettori per i cannabinoidi della pianta e per i cannabinoidi prodotti dall’organismo; da enzimi deputati alla loro sintesi e al loro catabolismo nonché di geni che li codificano. Gli endocannabinoidi  sono sostanze prodotte dall’organismo derivanti da acidi grassi polinsaturi. Il primo ad essere stato scoperto è AEA (anandamide) il quale agisce come agonista parziale   dei recettori CB1 e CB2. Il più noto però è la PEA (palmitoiletanolamide)  che possiede una debole affinità per i recettori cannabinoidi ma ha un ruolo importante definito “entourage”. La sua funzione principale è quella di inibire l’enzima responsabile della degradazione degli endocannabinoidi. In questo modo permette di aumentare sia livelli endogeni di AEA  sia l’azione di quest’ultimo con i recettori CB1 e CB2. Tali recettori sono localizzati sia a livello del sistema nervoso centrale (CB1) sia nel sistema nervoso periferico (bulbo olfattivo, ippocampo, cervelletto, gangli della base, corteccia cerebrale, amigdala, ipotalamo, talamo, tronco encefalico, sostanza grigia, midollo). I CB2 risultano localizzati soprattutto nel sistema immunitario e solo in misura minore nel sistema nervoso. Proprio l’affinità dei composti (THC e CBD) della cannabis per questi recettori, ha reso questa pianta un medicinale per diverse patologie: Trattamento del dolore neuropatico. Il THC deprime l’allodinia meccanica e termica (studio su roditori). Epilessia. Dolore osteoarticolare. Stomatite cronica del gatto. Nausea, vomito e regolazione dell’appetito. La cannabis è anche in grado di inibire la proliferazione delle cellule tumorali, stimolando l’autofagia e l’apoptosi. Ansia, stress, comportamenti compulsivi. Osteoartrosi (E’ stato dimostrato che i recettori per i cannabinoidi sono espressi nei sinoviociti, condrociti, cellule ossee e cellule infiammatorie suggerendo un ruolo immunomodulatore e autoprotettivo da parte del sistema endocannabinoide nelle patologie articolari ). Agopuntura e sistema endocannabinoide Agopuntura e sistema endocannabinoide sono profondamente connessi tra loro e si influenzano a vicenda. Molti sono gli studi su modelli animali nei quali l’elettroagopuntura  in determinati punti, scelti secondo la medicina tradizionale cinese per trattare nello specifico alcune patologie, ha influenzato l’espressione dei recettori CB1 e/o CB2 dei cannabinoidi. L’agopuntura quindi agisce stimolando il sistema endocannabinoide il quale a sua volta modula la risposta antinfiammatoria e antidolorifica dell’organismo. Tra i vari studi pubblicati, di particolare interesse quello in cui si è utilizzata l'EA nel trattamento di ratti con ischemia cerebrale. In questo studio è emerso che l’EA conferisce neuroprotezione perché stimola la mobilizzazione di endocannabinoidi nel cervello attivando i recettori CB1. In uno studio sull’ emicrania è emerso che il pretrattamento con EA sovraregola l'espressione del recettore CB1 con un effetto antinfiammatorio. In uno studio sull’’ endotossemia, il pretrattamento con EA di ST36 (Zusanli) ha indotto la liberazione di citochine e aumentata l’espressione del recettore CB2. Ancora, nello studio dell’ artrite, l’uso dell’EA in LI4 (Binao), LI11 (Quchi), ST36 (Zusanli), ST44 (Neiting) ha prodotto un effetto antinfiammatorio e anti nocicettivo aumentando inoltre l’espressione genica dei recettori CB1 e CB2. Per quanto riguarda lo studio dell’EA nella dermatite allergica, il trattamento di ST36 (Zusanli)  ha aumentato l'espressione dei recettori CB2 nei mastociti. Citando altri studi interessanti, l'uso dell'EA sui ratti con iperalgesia da artrite su ST36 (Zusanli) e BL60 (Kunlun) ha portato marcati miglioramenti sul dolore e ha indotto un aumento dell'espressione dei recettori CB1. Interessante notare che in questo studio è stato anche utilizzato un inibitore di questi recettori che ha causato un peggioramento dell'efficacia dell’EA. Anche nello studio dell’ IBD si è visto che l'utilizzo dell'EA su BL25 (Dachangshu) ha ridotto l'espressione dei macrofagi e aumentato l'espressione dei recettori CB2 nei tessuti del colon infiammati. Inoltre il blocco dei recettori CB2 ha causato una riduzione dell'azione antinocicettiva e antinfiammatoria dell'EA. Concludendo, se l'agopuntura è in grado di aumentare l'espressione dei recettori per i cannabinoidi, essa potrebbe favorire l'efficacia di un trattamento terapeutico a base di fitocannabinoidi nelle patologie per cui è già nota la loro efficacia. Questa considerazione seppur teorica crea un presupposto che apre alla ricerca e alla necessità di futura sperimentazione dell’uso sinergico di cannabinoidi e medicina tradizionale cinese come risposta al crescente bisogno di un approccio medico multimodale soprattutto nelle patologie croniche in medicina veterinaria. Bibliografia La canapa nella medicina cinese, una pianta dalle radici millenarie. (2022, aprile/giugno). Be Leaf magazine , p. 44-45. Delane Viana Gondim, J. C. (2012). CB1 and CB2 contribute to antinociceptive and anti-inflammatory effects of electroacupuncture on experimental arthritis of the rat temporomandibular joint. Canadian Journal of Physiology and Pharmacology . E. Joseph Brand, Z. Z. (2017). Cannabis in Chinese Medicine: Are Some Traditional Indications Referenced in Ancient Literature Related to Cannabinoids? Frontiers in Pharmacology . Fabio Firenzuoli, F. E. (2015). Cannabis Erba Medica.  Edra. He Zhu, H.-C. X.-P.-X.-F.-Y.-Y.-Q. (2019). Inhibition of GABAergic Neurons and Excitation of Glutamatergic Neurons in the Ventrolateral Periaqueductal Gray Participate in Electroacupuncture Analgesia Mediated by Cannabinoid Receptor. Sec. Perception Science . Hong Zhang, W. H.-F.-Z.-M.-Q.-Y.-Y.-S.-H.-L.-L. (2022). Electroacupuncture Reduces Visceral Pain Via Cannabinoid CB2 Receptors in a Mouse Model of Inflammatory Bowel Disease. Fronties in Pharmacology . LinChen, J. F.-h.-L. (2009). Endogenous Anandamide and Cannabinoid Receptor-2 Contribute to Electroacupuncture Analgesia in Rats. The Journal of Pain , 732-739. Rocca, G. d. (2019). Sistema endocannabinoide e cannabis terapeutica.  Poletto Editore. Tao Chen, Y. X. (2018). Electro-acupuncture Pretreatment at Zusanli (ST36) Acupoint Attenuates Lipopolysaccharide-Induced Inflammation in Rats by Inhibiting Ca2+ Influx Associated with Cannabinoid CB2 Receptors. Inflammation . Yin Shou, Y. Y.-S.-Q.-B.-M. (2013). Electroacupuncture Inhibition of Hyperalgesia in Rats with Adjuvant Arthritis: Involvement of Cannabinoid Receptor 1 and Dopamine Receptor Subtypes in Striatum. Biological Values of Acupuncture and Chinese Herbal Medicine: Impact on the Life Science Zhigang Wang, M. L. (2019). Electroacupuncture inhibits mast cell degranulation via cannabinoid CB2 receptors in a rat model of allergic contact dermatitis. Acupuncture in Medicine , 348–355.

  • Intenzionalità di guarigione: l’equilibrio dell’Agopuntore

    (Massimo Barilli, DVM) Lo scorso settembre si è tenuto a Firenze il 25°Congresso Internazionale S.I.A.V. e tra le comunicazioni brevi ho portato la relazione intitolata “Intenzionalità di Guarigione: l’equilibrio dell’Agopuntore”. Lo scopo di questo lavoro era quello di analizzare l’intenzionalità di guarigione dell’Agopuntore durante una seduta di agopuntura secondo la Medicina Tradizionale Cinese per migliorare eventualmente l’efficacia della terapia stessa. Volendo entrare in profondità per analizzare questo aspetto della seduta di agopuntura si sono aperte porte del tutto inaspettate come la fisica quantistica, la psicologia, la filosofia e perché no anche la spiritualità. L’agopuntura , come sappiamo, è a tutti gli effetti una medicina energetica . In Medicina Tradizionale Cinese (MTC) l’energia assume diverse denominazioni a seconda di quali parametri vengono considerati ma, nonostante questo, possiamo dire che l’energia è comunque unica. Se in oriente l’energia ha da sempre assunto una connotazione di assoluta normalità, in occidente la situazione è da sempre stata molto diversa. In occidente, infatti, soprattutto nell’800, si è radicata la visione meccanicistica e riduzionista della scienza secondo la quale tutto, compresa l’energia, deve essere misurabile, quantificabile e ripetibile. Questa visione della scienza ha avuto credito f ino agli inizi del ’900 quando la teoria quantistica e la relatività hanno rivoluzionato il mondo scientifico. La teoria quantistica ha cambiato radicalmente la concezione di energia. In quel periodo famosi fisici hanno scoperto che negli spazi sub-atomici, apparentemente vuoti, la materia si manifesta in campi di possibilità (Campo Energetico Unificato o Campo Punto Zero) dove le particelle comparivano e sparivano senza un motivo ben preciso. Addirittura gli scienziati constatarono che i fotoni o quanti di energia si trasformavano in particelle e quindi in materia quando c’era la presenza di un Osservatore. Il Campo Energetico Universale è stato anche denominato Mente Universale (C.G.Jung) o Mente non Locale (W. Pauli). Nel singolo essere umano o animale il Campo Energetico Unificato viene denominato Mente Individuale come espressione psicologica individuale di una entità mentale più vasta. Nel soggetto animale, quindi, il CEU viene detto Campo Energetico dell’Organismo (CEO) o Biocampo ed è in diretta connessione con il Campo Punto Zero Universale. Rupert Sheldrake negli anni ’80 ha dimostrato che il Biocampo individuale è connesso e in risonanza con tutti i Biocampi esistenti dando origine alla Mente Estesa . Il fisico Amit Goswami all’inizio degli anni 2000 ha affermato che la Coscienza, strettamente collegata alla Mente , è a tutti gli effetti uno stato quantistico che, in quanto tale, permea tutti gli esseri viventi e non (Coscienza Universale) . La Coscienza Soggettiva, quindi, comunica direttamente con la Coscienza Universale e con le Coscienze di tutti gli esseri viventi. Il filosofo americano contemporaneo John Searle sostiene che la Coscienza dell’uomo (soggettiva) va dove è diretta l’Intenzione cioè la capacità di rivolgere l’attenzione verso un oggetto. Il pensiero di John Searle si adatta perfettamente all’atto dell’agopuntura poiché nel momento in cui l’agopuntore infigge l’ago con intenzione c’è un’immediata connessione tra la Coscienza del terapeuta e quella del paziente oltre che con l’agopunto stesso. Il fisico informatico Federico Faggin parla di Unità di Coscienza composta da Coscienza, Identità e Libero Arbitrio. Il Libero Arbitrio esprime l’Intenzione e lo scopo dell’organismo e collega il suo stato interiore alla realtà esteriore. Per rendere efficace questo momento il terapeuta deve essere in grado di esercitare una centratura di sé stesso con l’aiuto di pratiche come, per esempio, la Meditazione, il Qi Gong e il Tai Chi. Le pratiche appena citate preparano il soggetto, nel nostro caso l’agopuntore, ad avere presenza mentale, consapevolezza e intenzionalità di guarigione del paziente. Bibliografia : Gioacchino M. Pagliaro “Intenzionalità di guarigione” Ed. Amrita Bologna 2021 F. Capra “Il punto di svolta” Feltrinelli, Milano 1984 F. Fracas “Il mondo secondo la fisica QuanAsAca” Sperling e Kupfer, Milano 2017 R. Sheldrake “La mente estesa” Apogeo, Milano 2006 A. Goswami “Illuminazione QuanAca” Ed. Mediterranee, Roma 2007 J. Searle “Mente, cervello, Intelligenza” Bompiani, Milano 1985 E. Paolelli “Neuro-QuanAsAca” Nuova IPSA Editore G. M. Pagliaro “Mente, meditazione e benessere” Tecniche nuove Ed. J P Kransensky “La meditazione taoista Ch’an” Mediterranee Ed. F. Faggin “Irriducibile” Ed. Mondadori

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