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Frattura facciale e riabilitazione neurologica dell’occhio di una puledra

NEMESI, puledra PSA da show di 6 mesi, ricoverata il 26 agosto 2016 presso il CCVZS di Lodi in seguito a trauma facciale (regione fronto-orbitale sinistra) provocato da impatto contro lo stipite della porta del box mentre rientrava al galoppo dal paddock.

È stata sottoposta a:

  • EOG: vigile responsiva agli stimoli, tranquilla e presentava parametri vitali nella norma
  • EOP: presentava una escoriazione lineare dorso/ventrale di 5 cm sulla cresta facciale sinistra, tumefazione della regione orbitale e, all’osservazione frontale, una netta asimmetria facciale con significativa dislocazione ventrale dell’intera orbita sinistra
  • RX: le immagini radiografiche mostravano fratture multiple nelle proiezioni DV e LL
  • TC: rilevava fratture comminute coinvolgenti l’orbita sinistra, l’osso frontale, l’osso zigomatico e l’osso temporale

È stata valutata una pianificazione chirurgica e si è deciso per rimozione del callo osseo, riduzione dei focolai di frattura, fissazione mediante placche e ricostruzione dell’anello orbitale sinistro.

Ad una settimana dall’intervento è comparsa una paralisi della palpebra superiore sinistra e, in seguito ad una visita oftalmologica, è stata consigliata terapia con elettroagopuntura per sospetta lesione del ramo del nervo facciale che innerva la stessa.

Nemesi ha iniziato i trattamenti di agopuntura il 12 ottobre: durante la prima visita sono stati usati solo punti locali per la presenza del bendaggio, senza l’elettrostimolatore, mentre in tutti i successivi trattamenti è stata impiegata l’elettroagopuntura con l’utilizzo dei seguenti punti, a bassa frequenza e bassa intensità per 15 minuti:

  • ST 8 sx: dorsalmente alla fossa temporale a metà della cresta sagittale esterna, impiegato in caso di patologie oculari
  • BL 1 sx: canto mediale dell’occhio, impiegato in tutte le patologie oculari e in caso di paralisi facciale
  • TH 22 sx: bordo ventrale della fossa temporale, impiegato in paralisi facciale
  • TH 23 sx: sulla rima esterna dell’orbita alla fine del sopracciglio, impiegato in oftalmia periodica e patologie oculari
  • GB 1 sx: lateralmente al canto laterale dell’occhio nella depressione del processo zigomatico, impiegato per problemi oculari e paralisi facciale
  • BL 2 sx: su arcata sopraciliare, medialmente, impiegato in patologie oftalmiche, paralisi facciale
  • LI 4 bilaterale (solo ago): medialmente tra 2° e 3° metacarpeo, punto di comando regionale di faccia e bocca viene impiegato per problematiche di faccia e bocca
  • KAI GUAN sx: bordo craniale del massetere, impiegato per paralisi facciale
  • YIN TANG 3° occhio, solo ago impiegato per ottenere un effetto sedativo

Le prime tre sedute sono state effettuate a intervalli di 10 e 4 giorni a causa della distanza, poi a intervalli più brevi grazie al trasferimento della cavalla in una struttura più vicina, per un totale di 14 trattamenti.

Immediatamente dopo la prima seduta (12 ottobre) la cavalla ha mostrato una risposta positiva: è stato possibile apprezzare piccoli movimenti della palpebra e ad ogni seduta questi erano sempre più ampi. Dopo i primi 5 trattamenti si è stimato un recupero del 50% della tonicità e della motilità della palpebra, poi per i seguenti 3 non sembravano esserci ulteriori progressi, ripresentatisi, invece, nuovamente, dalla nona seduta, alla quale ne seguirono altre cinque che, progressivamente portarono alla completa guarigione e alla sospensione della terapia il 24 novembre.

La Medicina Tradizionale Cinese considera la paralisi del nervo facciale come una patologia da Vento, da Vento esterno (cioè favorita da un’entrata di Vento-freddo) e da Vento interno (favorita da una costituzione Legno o da una situazione che favorisce la risalita dello Yang di fegato verso l’alto in maniera incontrollata).

La sindrome da eccesso dovuta a Vento esterno associata all’invasione di Freddo esterno può portare a differenti situazioni:

– il freddo danneggia lo Yang e la milza e i reni vengono danneggiati

– il freddo congela il sangue e ne causa stasi, ritardando la circolazione

– il freddo causa contrazione e rigidità

Il Vento esterno, poi, interagisce col Vento interno e, sfruttando il vuoto di Qi e di sangue nei meridiani, vi penetra e causa paralisi.

L’Elettroagopuntura lavora soprattutto sui deficit muscolari da lesione nervosa migliorando il microcircolo locale grazie ai suoi effetti vasoattivi (breve fase costrittiva, fase quiescente e fase vasodilatativa) e tissutali (potenziamento nocicettivo, chemiotassi e conseguente immunità locale, miglioramento perfusione locale e rilassamento cutaneo e muscolare), limitando così il danno ischemico. Favorisce, poi, la ricrescita del nervo che può arrivare a 2-3 cm al mese, migliorandone in modo significativo la velocità di conduzione e, di conseguenza, la sua riparazione funzionale.

Si è inoltre scoperto che aumenta l’espressione dell’enzima acetilcolinesterasi, la cui attività è ridotta in caso di lesione nervosa, principale causa della morte delle cellule neuronali con conseguente impossibilità di riparazione del nervo.

È importante, però, che la terapia con EA sia il più precoce possibile per velocizzare i tempi di recupero e minimizzare la possibile presenza di sequele: l’ideale è iniziare immediatamente. Se si interviene entro un mese dall’inizio della sintomatologia si hanno le migliori possibilità di recupero totale (il 90% dei casi si risolvono). Nelle forme che si protraggono da oltre 3-4 mesi, le possibilità di risoluzione si riducono drasticamente e il numero di applicazioni si accresce notevolmente.

D.ssa Paola Cappellin

DVM Diplomata SIAV

 

 

 

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