Maria Cristina Marotti Campi, DVM.
In preparazione all’uso di tutti i prodotti naturali che la natura ci offre e che noi Veterinari esperti in Medicina Tradizionale Cinese possiamo sfruttare ampiamente grazie a tutte le caratteristiche aggiuntive rispetto alla sola componente chimica, è bene anche sapere qualche regola.
In Italia da qualche anno, vista la crescente richiesta di erbe aromatiche, erbe officinali e erbe medicinali e i loro relativi prodotti come gli oli essenziali, oleoliti ecc, si è molto sviluppata la coltura di varie specie.
Molte erbe che usiamo comunemente in cucina già sono presenti da tanto nel nostro territorio mediterraneo come il basilico, l’origano, l’alloro, il timo e il rosmarino; altre stanno emergendo visti i loro svariati impieghi.
Noi veterinari spesso ignoriamo la filiera produttiva e tendiamo a cercare prodotti già finiti prodotti industrialmente.
In realtà la filiera dal produttore al consumatore è ricca di leggi complesse che al giorno d’oggi sono Europee (non solo Italiane) che mirano a controllare la qualità del prodotto finale.
Il contadino deve essere proprietario di un’Azienda Agricola (dettaglio banale ma, oltre allo sgravo fiscale, permette determinate procedure) e può coltivare tutte le erbe officinali presenti nella lista del Ministero della Salute (per quelle psicotrope come cannabinoidi e oppio ci sono procedure a parte) previa registrazione con apposito codice ATECO. Può raccogliere l’erba e venderla alle industrie o laboratori specializzati; se vuole essiccarla deve avere a disposizione un locale adibito e che rispetta standard minimi di GMP (Buone Pratiche di Fabbricazione) o, se per uso alimentare, anche di HACCP (lavabile, con aria che circola, isolato da altre zone…) con un responsabile laureato (anche in veterinaria) che lo certifichi. L’agricoltore NON può vendere l’erba essiccata per uso alimentare direttamente se non ha un laboratorio adibito al confezionamento. Fanno eccezione i banchetti che si vedono per strada dove il produttore vende direttamente al consumatore poche quantità e saltuariamente.
L’integratore alimentare a base di erbe, in forma di estratti, tinture, compresse, opercoli, sciroppi e tisane, segue procedure simili ai farmaci e deve essere confezionato in stabilimenti autorizzati dal Ministero della Salute.
Dal momento che vengono confezionati, si parla di trasformazione e questa deve seguire una serie di procedure per essere certificata: deve appartenere alle erbe autorizzate dall’Unione Europea, deve essere seguito da una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) con verifica e si deve avere un tecnico laureato che segua la procedura di confezionamento secondo l’HACCP. Stesso discorso vale per gli Oli Essenziali per i quali ci sono diverse trasformazioni, che quindi richiedono laboratori e macchinari autorizzati, soprattutto se per uso come integratore alimentare. Molto importante è anche l’etichettatura, per cui si può incorrere in gravi sanzioni se non corretta.
Per quanto riguarda infatti i prodotti a base di erbe dobbiamo sempre fare attenzione che siano prodotti destinati all’alimentazione nel momento in cui li vogliamo prescrivere. Ci sono moltissimi oli o estratti, che possono essere usati in cosmesi o come prodotti per la casa o biocidi, che non seguono le stesse procedure di controllo dal produttore al consumatore.
L’erborista è autorizzato a vendere il prodotto tal quale, ma non può confezionarlo se non in sacchetti sfusi, proprio perché subirebbe una cosiddetta “trasformazione” e quindi dovrebbe seguire tutti i processi di certificazione ed etichettatura.
Il farmacista può fare preparazioni galeniche da prodotti già confezionati.
Questo ci fa dedurre che noi, come veterinari, non possiamo “trasformare” né vendere alcun prodotto che non sia etichettato, mentre possiamo prescrivere preparazioni galeniche o prodotti finiti da altre aziende e dare istruzioni sull’uso visto che, soprattutto per gli integratori alimentari e le erbe in erboristeria, non sempre viene indicato il dosaggio. È anche nostra responsabilità spiegare gli eventuali effetti collaterali, tossicità o interazioni con altri farmaci. Da notare, inoltre, che se l’etichetta è corretta, negli integratori alimentari o tisane o oli essenziali non si può far riferimento alla cura di nessuna patologia in particolare (dicitura che spetta ai farmaci) ma si può far riferimento solo all’azione benefica su un determinato apparato o sindrome in senso lato (ad esempio “aiuta alla digestione” o “benefica per forme respiratorie” …). Se infatti chiediamo al farmacista di etichettare la nostra formula di una tintura (l’erborista non lo farà generalmente) è bene suggerire un nome che richiami ad una patologia ma non la specifichi, ad esempio “Tintura per Pluto in estate” oppure “Tintura per calmare Silvestro” invece di specificare “per diarrea, per colpi di calore, per ansia da separazione”.
Non dobbiamo avere paura di prescrivere prodotti naturali, ma dobbiamo essere coscienti di quello che prescriviamo ed assicurarci di non dare in mano a proprietari prodotti nocivi o di scarsa qualità e inoltre avvertirli di tutti gli eventuali effetti collaterali. Almeno noi dobbiamo sapere che “naturale” non significa sempre innocuo, soprattutto perché studiamo le incredibili proprietà che questi prodotti possono avere.
Tratto da YouTube: “Seminario:Aspetti regolatori della produzione di piante officinali in filiera corta” (UNIMONT)